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Intervista a Young Stan

todayNovembre 20, 2023 33

Sfondo
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  • Ciao cominciamo con una domanda di rito, Quando si è sviluppata la tua passione per la musica?

Più che passione per la musica, direi che ho la passione per la scrittura e per la creazione di melodie.
Nel mondo è raro trovare qualcuno che ti sappia ascoltare e capire, quindi mi sono detto “Paolo, ma chi cazzo ti può capire meglio di te stesso”.
Da lì ho iniziato a buttare giù i primi testi, arrivavo a scriverne minimo cinque al giorno, creavo empatia con i miei pensieri.
Questo metodo di scrittura ancora oggi mi sta salvando.

 

  • Come nasce il tuo nome artista?

Da piccolo avevo una cerchia super ristretta di amici, e quando non uscivo con loro giocavo un sacco alla play e ricordo che avevo un gioco, che aveva come colonna sonora “Still Waiting” dei Sum 41. All’epoca ancora non ero appassionato di musica ma quella canzone mi trasmetteva qualcosa di forte.
La scaricai da Emule e la misi nell’MP3, e da lì iniziai ad ascoltare un sacco di musica.
Fatta questa premessa, “Stan” era il nome del protagonista di quel gioco.
Non potevo chiamarmi Sum 41, quindi mi sono chiamato Young Stan.

  • Cosa ne pensi dei talent show? Giocherai anche tu questa carta per far guadagnare visibilità alla tua musica?

I talent, se sfruttati bene, potrebbero essere una bella vetrina di lancio per qualsiasi artista.
Non è una domanda che mi pongo spesso, su questo lato ho un pensiero molto hip hop, ora come ora non andrei in un talent show ma mai dire mai.

 

  • Quali e quanto sono al giorno d’oggi le possibilità di affermazione per un cantante emergente? E quali le difficoltà?

Bella domanda, oggi, con i social è più facile essere scoperti ma allo stesso tempo è più difficile emergere, il mercato è saturo di artisti.
I nomi che spiccano, sono l’1 percento di quelli che in questo momento sono in gara. Ma è giusto così, quando il gioco si fa duro d’altronde..

 

  • Parlaci del tuo brano.

“polistirolo” è un flusso di coscienza e nasce da una sensazione di soffocamento e dal mio bisogno di staccarmi da certe dinamiche come i social, nei quali ognuno viene visto come un prodotto, come se fossimo oggetti nel polistirolo chiusi in una scatola.
Social, all’interno dei quali tutti cerchiamo la perfezione negli altri, che non esiste, e a conti fatti i difetti li vedrai solo nella vita reale, perchè quasi tutti portano maschere per apparire migliori.

 

  • Come definiresti esattamente la tua musica? E a cosa ti ispiri per scrivere i testi?

Trasparente. Racconto di me in ogni brano, delle emozioni che provo, di cosa mi fa soffrire, di cosa mi fa stare bene..
Letteralmente mi ispira tutto quello che vedo, che tocco e che sento.

  • Futuro?

Preferisco vivermi il presente, piuttosto che pensare al futuro, ma posso dire che sto lavorando a un po’ di progetti, in ambito musical e non, che mi terranno impegnato.

Scritto da: SCI Musica

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