Il 26 gennaio, Umberto Canino presenta su tutti i digital store il suo ultimo, toccante brano, dal titolo ‘La ninnananna di Stefania’, una rielaborazione del pezzo ‘Stefania’ dei Kalush Orchestra (vincitori dell’Eurofestival 2022), realizzata da Canino in collaborazione con Tony Ciara e in feat con Jólie. Il videoclip è stato prodotto da Ulderico Principe e Rossodisera Records, con la regia di Canino e Salvo Foresta, per un cast composto da Mirko Danese, Carmen Silion e Giovanni Ragusi.
Il cantautore racconta come è nata l’idea del pezzo “La donna e tutto il mondo che le ruota intorno sono sempre stati al centro della mia creatività e questo brano rappresenta l’ultimo tassello della trilogia sul mondo femminile, preceduto da ‘Chador’ e ‘Salomè’. Nato per gioco, io e il mio arrangiatore Tony Ciara, durante la fase compositiva, non pensavamo minimamente a un progetto discografico. Poi però lo abbiamo fatto ascoltare al mio produttore Leopoldo Lombardi che, entusiasta, lo ha mandato alla Sony tedesca (casa discografica dei Kalush), la quale ci ha inviato grandissimi complimenti e l’approvazione per la pubblicazione.”.
Dichiara poi le ragioni della scelta stilistica, affermando “Ho amato il brano originale sin dal primo ascolto, perché rispecchia il tipo di sonorità da sempre nelle mie corde, con una ricerca etnica alleggerita da suoni freschi e contemporanei. Credo che la mia versione del pezzo, con l’inserimento di strofe in lingua italiana, non snaturi la tematica principale ma la arricchisca del il mio pensiero; la mia infatti non è una semplice traduzione ma un’attenta rielaborazione, che mantiene fede al significato originario. Mi piaceva l’idea di due mondi musicali, due lingue diverse che si incontrano per esprimere un unico messaggio: la pace e la ricostruzione dell’Ucraina. Il feat con la splendida voce di Jolie è nato quasi per caso poiché, nel progetto iniziale, la sua parte doveva essere tradotta e cantata da una ragazza ucraina ma, quando la Sony ha ascoltato questa versione, l’ha trovata molto interessante, perciò abbiamo deciso di mantenerla. Le sonorità possono essere ricondotte alla pop dance elettronica. Data la giovane età dei miei arrangiatori, io tendo a lasciarmi trasportare nel loro mondo, per arrivare al pubblico attraverso un linguaggio comunicativo immediato e così è stato anche in questo caso. Inoltre, abbiamo valutato che un sound giovane e incalzante potesse alleggerire e smorzare il dramma di una tematica impegnativa come la guerra.”.
Descrive anche la copertina del singolo e il videoclip “In copertina appare un mio primo piano, rielaborato con colori che richiamano i toni freddi e pacati del blu, uno dei due colori della bandiera ucraina; il mio sguardo è, nel contempo, smarrito e speranzoso. Per quanto riguarda il video, allo scoppio del conflitto, tutto noi siamo stati tempestati da immagini di guerra che mostravano madri disperate, in attesa del ritorno dei figli, impegnati nella lotta. Ho perciò immaginato una mamma ‘Penelope’ che, sulle macerie di quella che prima era la sua casa, è intenta a ricucire la bandiera dell’Ucraina. Quel gesto esterna tutta la speranza della donna nel ritorno del figlio e della pace. Alla fine del video si vede il soldato che torna a casa, portando con sé un ragazzino orfano; il fanciullo rappresenta l’innocenza di chi non si rende conto di ciò che è accaduto intorno a lui, ecco perché viene preso per mano e fatto entrare a fare parte della famiglia, a simboleggiare un’unione per la ricostruzione dell’Ucraina.”.
Prosegue “La frenesia della vita odierna e il materialismo ci allontanano sempre più dai valori e la figura della madre rappresenta proprio quell’insieme di valori dai quali i figli spesso rifuggono. La ninna nanna è un canto che porta alla mamma, alla casa e alle origini e ‘La ninnananna di Stefania’ è un auspicio rivolto a tutti, per il risanamento della propria coscienza e il ritorno di quel bambino che ha bisogno dell’amore e dei valori dati dalla Madre Patria. La scelta del cast è stata molto impegnativa, perché desideravo trovare volti che rappresentassero nella maniera più autentica il senso del messaggio.”.
‘È qui che voglio lasciare tutto
Da qui non sposterò il mio corpo’
‘Troverò tra polvere e pietre
La strada che ci riporta alla vita’
I versi più emblematici, riferibili (nell’ordine) alla madre e al figlio in guerra, racchiudono la potenza del messaggio che Canino vuole trasmettere all’ascoltatore. Una mamma che aspetta fiduciosa, forte della convinzione di rivedere l’ombra del figlio sulla strada che lo riporterà nuovamente da lei e un soldato che, tra le macerie, percorrerà quella strada per tornare alla vita.
Un brano toccante, che arriva dritto al cuore, arricchito da un videoclip emozionante, che invita a riflettere. Azzeccata la scelta del contrasto tra il grigiore che rappresenta la guerra e i colori delicati ma vivaci che evidenziano il vestito della madre e la bandiera, a sottolineare nuovamente la fame di vita. Anche gli abiti indossati da Canino riportano i colori della bandiera ucraina.
L’artista confessa infine il suo grande sogno “Il mio obiettivo è riuscire a trovare un erede ma l’impresa è ardua, poiché è difficile scovare personalità artistiche spontaneamente dotate della voglia di essere impegnate nel sociale, per il semplice piacere di farlo, al di là dell’aspetto economico.”.
CHI È UMBERTO CANINO
Cantautore siciliano di adozione romana, Umberto Canino lascia giovanissimo la sua amata Palermo, vivendo per anni a Milano, tra musica, moda e teatro e trasferendosi poi a Roma, dove inizia a lavorare con un’etichetta discografica, come artista e collaboratore di produzioni.
L’amore per la musica delle più disparate etnie plasma il suo sound sperimentale; già da ragazzino ascolta PFM, il Banco, Le Orme, Genesis ma gli artisti che lo influenzano maggiormente sono Agricantus, David Bowie, Klaus Nomi e il maestro in assoluto, Franco Battiato.
Viene presentato al grande pubblico dal suo padrino musicale Renato Zero, che gli consegna il brano intitolato ‘Primavera verrà’.
Artista poliedrico, durante la carriera si è occupato di produzioni musicali, teatrali e format televisivi e attualmente è cantautore e direttore artistico della storica etichetta discografica Rossodisera Records.
L’artista spiega in cosa consiste il suo lavoro “Come talent scout mi occupo di tanti giovani artisti; inoltre faccio parte del talent ‘Fuoriclasse’, dove aiuto gli artisti nella loro crescita e ne seguo anche alcuni a livello discografico; sono anche direttore artistico dell’etichetta discografica Rossodisera Records, capitanata da Leopoldo Lombardi. In questo momento sto portando a termine alcuni importanti progetti; in particolare, insieme a Tony Ciara, ho appena firmato un feat tra Sara Naldi, artista della nostra etichetta e il noto rapper GionnyScandal, a cui sono stati riconosciuti diversi premi, oltre al disco di platino; l’uscita della traccia è prevista a breve.”.
Sensibile alle tematiche del sociale e dei diritti dell’uomo, il suo impegno emerge dai brani, che toccano temi di grande spessore. Per questo, gli viene anche assegnato un importante riconoscimento, il premio della critica O.M.J.E.T. (associazione scrittori e autori del Mondo mediterraneo). In collaborazione con Telethon, al teatro del carcere di Rebibbia presenta ’15 passi’, brano contro la pena di morte, composto da Arnaldo Capocchia e scritto da Canino e Vincenzo Incenzo, tratto dall’omonimo spettacolo portato in scena per molti anni fra teatri e strutture penitenziarie.
Canino confessa “Non so dare una definizione all’artista che vive in me. Istintivamente porto in musica tutto quello che mi emoziona. Nella mia vita artistica non sono mai riuscito a scrivere brani che non avessero un forte legame con la sfera del sociale, poiché ritengo che queste tematiche abbiano il fondamentale compito di influenzare il pubblico e promuovere il cambiamento. La musica ha il potere di far riflettere, emozionare e mobilitare le persone, creando una connessione unica e profonda con il pubblico. Scrivo, canto e recito per denunciare soprusi e cattiveria ma anche per raccontare l’amore verso l’intera umanità.”.
Rivolge poi una richiesta al suo pubblico “Molto spesso vengo definito ‘filosofo della musica’ o ‘uomo di cultura’. Io non mi sento così, poiché ciò che creo è talmente spontaneo che la cura messa non dipende da un percorso accademico. La mia vera università sono stati la famiglia, la strada e le esperienze della vita. Mi sento più vicino all’intellettuale che all’uomo di cultura, poiché metto in musica i miei pensieri. Amo vivere in mezzo alla gente e nutrirmi di esperienze, che assorbo come una spugna e, attraverso la mia sensibilità, provo a dare voce ai pensieri di tante persone.”.
Stefania Castino
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Written by: SCI Musica
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