Finalmente il 22 marzo uscirà ‘Quando tornerò’, il nuovo intrigante singolo della ormai rodata coppia di artisti torinesi Notte e Vibe, sotto l’etichetta Desagency.
Per conoscere meglio i due giovani artisti, abbiamo posto loro alcune domande.
Come è iniziato il vostro percorso artistico?
Notte: Io mi chiamo Fabio Bardella, in arte Notte e ho 19 anni. Il mio percorso artistico è iniziato circa otto anni fa, dopo alcuni problemi personali, grazie ad un amico che mi ha spronato ad iniziare a scrivere; così ho scoperto che, oltre ad essere uno sfogo, stava diventando anche la mia più grande passione. Dai primi testi sono poi passati un paio di anni prima di iniziare a pubblicare qualcosa. Inizialmente incidevo a livello amatoriale, poi, nel 2019, ho preso contatti con il mio primo studio d’incisione e ora punto a fare le cose sempre più seriamente.
Vibe: Il mio nome è Manuel Calabrese, in arte Vibe e ho 22 anni. Ho iniziato a scrivere per divertimento nel periodo della scuola media, senza prendere troppo seriamente la cosa, poiché avevo la voglia di farlo ma non il coraggio. Infatti c’è stato un periodo in cui ho abbandonato la musica, che però è sempre rimasta il mio pensiero fisso. È stato poi l’incontro con Notte, avvenuto nel 2019, a spingermi a ricominciare seriamente. Ora, pur essendo due artisti diversi, le nostre strade portano verso una direzione comune. Questa non è la nostra prima collaborazione, poiché abbiamo già fatto alcuni pezzi insieme. La mia prima pubblicazione è avvenuta proprio con Notte, poi, dopo un periodo di separazione, ora stiamo nuovamente lavorando insieme.
In quale genere musicale vi identificate?
Notte: Ci identifichiamo entrambi sotto il genere del rap, anche se io, a livello di sound, sto andando verso la nuova scuola e come scrittura sono più orientato alla trap, mentre Vibe è proiettato verso l’underground. Queste diversità fanno sì che la nostra collaborazione dia vita ad un prodotto unico, che fonde a livello tecnico la vecchia scuola con la nuova.
A quali artisti vi ispirate?
Notte: Ho scoperto il rap con Fabri Fibra e, in quest’ultimo periodo, traggo ispirazione da artisti americani come Post Malone e Travis Scott. Però il rap italiano rimane il mio pane quotidiano, tra artisti quali Lazza, Gemitaiz e Nayt, per fare solo alcuni nomi.
Vibe: Dopo aver ascoltato altri generi musicali, all’età di 11 anni mi sono appassionato al rap con Emis Killa. Ho poi proseguito con il rap italiano, attraverso artisti del calibro di Marracash, Gemitaiz e Nayt. Nell’ultimo periodo mi sto approcciando molto al rap americano, in particolare a Kanye West. In generale, sono innamorato della bella scrittura.
Presentateci ‘Quando tornerò’, il vostro ultimo brano
Notte: La traccia parla in maniera astratta dei se e dei quando, di tutte le cose che ci hanno dato fastidio in passato, di ciò che avremmo voluto fare e che non è stato fatto e di come sarebbe andata se l’avessimo fatto. Per i testi, ciascuno di noi ha scritto le proprie strofe, lavorando in maniera individuale e poi abbiamo unito i due lavori, con le modifiche del caso. Il sound è un pop-rap, con un ritornello molto pop e strofe con sonorità che guardano alla trap, per la mia parte e rap underground, per la parte di Vibe. Inizialmente il beat era diverso e meno curato ma, quando ci siamo accorti che il pezzo era valido, abbiamo deciso di collaborare con il produttore torinese Bozzo (Matteo Bozzone), che lo ha arrangiato, mantenendolo però lo stesso mood.
Vibe: Nei testi ci preme molto parlare di noi, della nostra vita e dei nostri punti di vista in merito a diverse tematiche. Al momento, per questo brano non è previsto l’inserimento in un lavoro più ampio ma dà comunque il via ad una serie di collaborazioni che porteranno effettivamente ad un progetto più grande, già in fase di lavorazione ma del quale non sveliamo ancora nulla. Siamo molto soddisfatti anche della copertina, nata dalla collaborazione con il fotografo Andrea Multari, che ci ritrae in un’immagine a mezzobusto su fondo rosso, in un’espressione seria e pensierosa.
Com’è lavorare insieme?
Notte: Quando io e Vibe lavoriamo si crea una situazione veramente magica, poiché ci capiamo al volo, con un feeling ed una complicità incredibili. Lavoriamo in maniera complementare attraverso una sana competizione. Quando terminiamo un progetto e lo presentiamo al pubblico, siamo entrambi consapevoli del lavoro svolto da ciascuno e pienamente soddisfatti della collaborazione.
Vibe: È incredibile come, già dall’inizio della nostra conoscenza, eravamo molto affini a livello musicale, sebbene ciascuno di noi abbia il proprio stile e pensiero. Questa competizione sana, che ci porta a dare il massimo, fa sì che sia sempre bello e stimolante lavorare insieme.
Come vi descrivereste?
Notte: Il mio segno zodiacale è l’ariete e sarà anche per questa ragione che mi definisco un po’ una testa calda, infatti è molto difficile mettermi dei freni. Inoltre sono un grandissimo sognatore ed uno stacanovista sul piano musicale. Ho un grande sogno nella vita, ovvero cantare su un palco e do il massimo per poterlo realizzare; artisticamente parlando infatti mi reputo un cane da palcoscenico, nel senso che mi diverto tanto a dare spettacolo e far immedesimare le persone in quello che dico. Nei brani tendo molto a raccontare come mi vedo e qual è il mio punto di vista su diversi argomenti, utilizzando sonorità moderne che alleggeriscano il testo ma mettendo sempre in primo piano la scrittura.
Vibe: Io sono del segno dello scorpione e la cosa che accomuna me e Notte è il nostro amore per la musica, poiché a livello caratteriale siamo molto diversi. Mi reputo una persona decisamente calma e paziente, però determinata. In passato ero molto timido, perciò salire su un palco inizialmente non è stato semplice per me; ora invece quando salgo su un palco quella persona pacata scompare all’improvviso. Nei miei testi prediligo parlare di tematiche personali, in una sorta di introspezione; mentre come sonorità sono sempre stato legato al genere rap ma nell’ultimo periodo sto sperimentando molto, per andare fuori dai miei confini, con l’obiettivo di essere un artista più completo e trovare una mia musicalità.
Come sono nati i vostri nomi d’arte?
Notte: Inizialmente mi chiamavo ‘N’, poi, in seguito ad un’analisi delle mie sensazioni di quel periodo, è nato il nome ‘Notte’. Infatti quello che volevo esprimere era ciò che non riuscivo a vivere, un po’ come, da bambini, vivendo solo il giorno, si inizia a fare viaggi immaginari legati a ciò che accade di notte. Ecco, Notte era l’alter ego di quello che facevo durante il giorno.
Vibe: Durante una serata trascorsa in compagnia di amici, ho chiesto loro di aiutarmi a trovare un nome d’arte che fosse nelle mie corde. Ad un certo punto, quella che ai tempi era una mia amica ed è la mia attuale ragazza, esordì con ‘Vibe’, il cui significato è ‘vibrazioni emotive’, ‘sensazioni’ e questo nome l’ho sentito subito mio.
Che emozioni vi ha dato la vostra prima esperienza su un palco?
Notte: La prima volta che ho portato i miei brani davanti ad un pubblico è stato strano, perché cantando mi sono reso conto di tante imprecisioni a livello tecnico ma ho capito che era davvero ciò che volevo fare nella mia vita.
Vibe: Alla mia prima esperienza ero molto agitato, perché per me era un banco di prova. Incredibilmente, appena partita la base, tutte le paure e insicurezze sono scomparse e sono rimasti unicamente un benessere incredibile e la voglia di trasmettere il mio messaggio. Quei pochi intensi minuti sono stati una conferma del fatto che io voglio e devo fare questo nella vita.
Qual è la frase che vi hanno rivolto e che vi è rimasta più impressa?
Notte: Io ricordo le parole dette da due persone diverse, durante un contest, che peraltro avevo vinto. Alla fine della serata mi si avvicina un ragazzino e, abbracciandomi, mi chiede di fare una foto con lui, affermando che, grazie alla mia determinazione e a quello che ho trasmesso dal palco, gli ho dato la voglia di continuare a scrivere. Poco dopo il mio insegnate di canto ha nuovamente sottolineato ciò che sono riuscito a comunicare cantando. Quel giorno ho fatto i conti con me stesso, realizzando che non sono l’unico a credere in ciò che sto facendo.
Vibe: Un giorno un amico mi disse che, con le mie parole, riuscivo ad entrare nei suoi pensieri e nella sua anima. Questa dichiarazione mi ha riempito di gioia, poiché il mio obiettivo è proprio arrivare alle persone con un messaggio che, nato dai miei pensieri, ciascuno poi adatta su di sé, identificandosi nei testi. Tutto ciò è molto gratificante.
Come state crescendo artisticamente?
Notte e Vibe: Stiamo facendo un percorso del tutto similare, poiché abbiamo gli stessi produttori e studi di incisione. Per la stesura dei testi siamo entrambi autodidatti e indipendenti, mentre per il canto abbiamo iniziato a prendere lezioni con il vocal coach Alex Dadduzio.
Da chi traete la vostra energia?
Notte: La mia principale fonte energia è mia madre, che da sempre mi trasmette grinta in ogni forma. Per ciò che riguarda i miei lavori, invece mi confronto moto con il mio migliore amico.
Vibe: Io traggo davvero tanta energia dalla mia ragazza e, avendo grande stima della sua visione musicale, mi affido molto al suo giudizio.
Come vi definite in una parola?
Notte e Vibe: Poiché ci identifichiamo entrambi come sognatori, la parola che ci descrive al meglio è ‘sogno’, al punto che ci siamo tatuati anche un kanji giapponese. Questo è il nostro sogno e non abbiamo nessuna intenzione di svegliarci!
Stefania Castino
Written by: SCI Musica
Desa-comunicazioni desagency Fabio Bardella fabri fibra Manuel Calabrese Notte torino underground Vibe
Post comments (0)